SFOGLIA LA RIVISTA AMEDIT

domenica 20 gennaio 2008

Soci Onorari del Sodalizio AMEDIT

Dall’Art. 4 dello Statuto, approvato in Randazzo (CT), presso il Castello Romeo, in data 22 aprile 2001:
Sono personalità eminenti o enti ed associazioni private e pubbliche che, contribuendo alla attuazione degli scopi dell’Associazione, vengono nominati tali dal Presidente Onorario su determinazione del Presidente e del Segretario Generale, dietro preliminare deliberazione dei componenti del Consiglio Direttivo, eventualmente sentiti anche i Coordinatori delle articolazioni interessate.
Avvalendosi dell’autonomia gestionale e decisionale di cui agli Artt. 25, 26 e 29 del suddetto Statuto, il Presidente della sezione AMEDIT di Palagonia, con verbale di deliberazione n° 7 del 9 maggio 2002 ha istituito l’Albo d’Oro della locale sede, insignendo del titolo di “Socio Onorario” il tenore Andrea Siragusa ed il religioso domenicano Giuseppe Damigella.

Rispetto al citato Art. 4 dello Statuto, diversi sono la valenza, l’indirizzo ed il criterio di valutazione adottati per il conferimento di tale titolo onorifico: esso viene riservato esclusivamente a personalità operanti nell’ambito artistico-culturale, ove essi si distinguano per talento o per particolari meriti. In particolar modo, a coloro i quali, avvalendosi dei preziosi strumenti dell’Arte e della Cultura, operino a beneficio della comunità, contribuendo alla costruzione di una società migliore, fondata su sani principi e valori.

Tale titolo intende essere, da una parte un sentito riconoscimento nei loro confronti, dall’altra uno sprono affinchè proseguano con sempre maggiore slancio e tenacia, sulla via delle loro più alte Aspirazioni। Con l’elevazione della Sede Palicense a Centro Nevralgico dell’AMEDIT, tali norme integrano il citato Art. 4, estendendosi a tutto il territorio ove il Sodalizio opera.

23 dicembre 2007
Per i loro meriti artistici
Vengono inscritti all’Albo d’Oro del Sodalizio AMEDIT
col titolo di Soci Onorari:
Andrea Galatà, attore e ballerino - Diego Cristofaro, pianista
Gaetano Naselli, attore – Nadia Trovato, attrice.
Il 13 gennaio 2008: Vincenzo Di Silvestro, violinista

Andrea Antonio Siragusa e Piera Grifasi Cittadini Onorari di Palagonia


In data 14 dicembre 2007 è stato approvato dalla Giunta Comunale di Palagonia (CT), presieduta dal Sindaco On. le Fausto Maria Fagone, il Civico Regolamento per le Onorificenze del Comune di Palagonia.
Domenica 23 dicembre alle ore 19,30 presso la Sala Consiliare del Palazzo di Città la seduta straordinaria del Consiglio Comunale per il Conferimento della Cittadinanza Onoraria al Soprano Piera Grifasi, cittadina di Ravanusa (AG),ed al Tenore Andrea Antonio Siragusa, cittadino di Mineo (CT) .
L'evento, che ha goduto della stretta sinergia tra l'Amministrazione Comunale e l'Associazione socio-culturale "AMEDIT - Amici del Mediterraneo", viene suggellato da un Concerto di Gala con cerimonia ufficiale del conferimento.

MOTIVAZIONE DEL CONFERIMENTO AI DUE ARTISTI LIRICI:
Apprezzati interpreti del bel canto in ambito nazionale e internazionale, rendono onore alla terra di Sicilia con la loro arte. In numerose occasioni si sono esibiti nella città di Palagonia, ammaliando il pubblico con i virtuosismi delle loro voci e facendosi promulgatori dei più alti valori sociali e umani ispirati dalla tensione verso il Bello e il Bene comune, indicando altresì il necessario riscatto morale per la città di Palagonia, attraverso gli strumenti eloquenti dell’arte e della cultura e la promozione di messaggi di positività. Il loro pregio artistico è stato più volte sottolineato e altamente stimato da insigni Maestri e Critici, e dalla colta schiera di melomani. In considerazione dei meriti in cui si sono distinti e del forte e autentico legame che intercorre tra i due artisti, la loro terra e la Città di Palagonia ritiene di dover conferire loro la cittadinanza onoraria nel corso della seduta solenne del Consiglio Comunale, in data 23 dicembre 2007.

“L’attribuzione di un riconoscimento tanto importanteporta con sé un duplice significato. Per un verso, quello di onorare la persona che l’Istituzione ha scelto come particolarmente meritevole. Per l’altro verso, scegliendo una tale persona, l’Istituzione onora se stessa.”

Palagonia una Scuola sarà intitolata a Mons. G. Blandini

PALAGONIA - II rigore religioso del presule, il tenace impegno sociale dell'uomo: le idee di mons. Giovanni Blandini, vescovo di Noto dal 1875 al 1913, sono state «celebrate» a Palagonia.
Al palazzo municipale, nel corso di una conferenza-dibattito la città ha commemorato uno dei suoi figli più illustri, puntando i riflettori sulle azioni e sul pensiero dell'autorità religiosa.
Teologi ed esponenti della cultura siciliana, ripercorrendo le «tappe» della sua formazione e militanza religiosa, lo hanno consacrato tra i primi sostenitori del cattolicesimo sociale.
Padre Giuseppe Damigella ha riconosciuto in mons. Blandini «il prototipo del pastore moderno, un convinto avversario delle regole del capitalismo e della gestione smodata del potere locale».
Durante l'incontro, promosso dal Comune e dagli «Amici del Mediterraneo» di Palagonia, in occasione dei festeggiamenti in onore di Santa Febronia, padre Salvatore Vacca ha aggiunto: «L'ex vescovo di Noto ha lasciato una traccia indelebile della sua opera, parlando in molte lettere dei bisogni comuni. Il suo sostegno alla fraternità dell'ordine francescano è sempre stato palese».
Il Francesco Michele Stabile, che ha effettuato ricerche su molti documenti dell'epoca, ha esaltato il personaggio: «La cultura di mons. Blandini è neoguelfa, ma non disconosce le esigenze di cambiamento politico, rivendicando la presenza dei cattolici nelle istituzioni.
Non è l'uomo della condanna, ma invita il clero ad uscire dalle sacrestie e ad ascoltare la gente». I cittadini hanno pure ricordato il vescovo per il conforto prestato a Palagonia (nel 1867) alle vittime del colera.
Secondo una proposta, che potrebbe essere confermata entro un breve lasso di tempo, il locale Circolo didattico dovrebbe essere intitolato a mons. Blandini. Sarebbe un degno omaggio alla sua memoria, che merita di essere preservata anche negli ambienti scolastici.

L. G.
Pubblicato sul quotidiano "La Sicilia" del 26 Luglio 2002

Il convegno presentato dall’AMEDIT ha avuto un importante ruolo nel riproporre all’attenzione la figura del Blandini che, nonostante la sua valenza politico-sociale, oltre che religiosa, rischiava di rimanere relegata in ambito locale o prettamente ecclesiastico. Certamente tale iniziativa culturale, ha fornito un input in più alla intitolazione del Circolo Didattico. L’associazione si è inoltre occupata della distribuzione del libro di Francesco Michele Stabile a quanti ne facessero richiesta, fornendo altresì copia gratuita alle biblioteche parrocchiali, scolastiche e comunale della Città.

Su Giovanni Blandini, interessanti anche il libro “Giovanni Blandini Vescovo Sociale” Con riferimenti ai fratelli Mons. Mario e Don Luigi Sturzo, di Mons. Paolino Stella (Edigraf, Catania,1981); la tesi di laurea “Cristo e la Chiesa nelle Lettere Pastorali di Mons. Giovanni Blandini” dell’insegnante Apollonia Ticli di Palagonia; l’opuscoletto “Mons. Giovanni Blandini da Palagonia a Noto” realizzato dal Circolo Didattico di Palagonia in occasione della Intitolazione, con testi di Antonio Cucuzza e Luigi Cannata (Palagonia,2003).

PALAGONIA: MONITORAGGIO DEL PATRIMONIO ARTISTICO

Tutelare e conservare il patrimonio artistico di Palagonia. E' questo il senso dell'incontro che si è tenuto tra i responsabili dell' associazione culturale Amedit guidati dal presidente Giuseppe Maggiore. il sindaco Fausto Fagone. l'assessore Antonio Bruno e il consigliere Fabrizio Brancato. In particolare sono stati resi noti al primo cittadino i risultati del monitoraggio del patrimonio storico-artistico della città effettuati dall'Amedit, individuando alcuni interventi per il recupero e la tutela dei beni monumentali. Nel corso dell'incontro si è evidenziato come Palagonia già gravemente intaccata nel suo patrimonio storico­culturale, rischia di perdere un altro monumento rappresentativo della sua storia. Nella fattispecie si tratta della chiesetta Madonna di Belvedere di via Garibaldi. "E' un'opera interessante - dice Maggiore - risalente alla metà dell'Ottocento che racchiude al suo interno un affresco absidale raffigurante la Madonna in trono tra due santi domenicani ed un grazioso pavimento in ceramica ancora ben conservati". I responsabili dell' Amedit hanno chiesto al primo cittadino di attivare tutti i canali istituzionali a sua disposizione per sollecitare la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania.
Da "La Sicilia" 19/12/2003

lettera al comune di palagonia


Alla cortese attenzione del
Sig. Sindaco Dott. Fausto Fagone
E per conoscenza
dei Sigg. Assessori
del Presidente del Consiglio
dei Sigg. Consiglieri Comunali

OGGETTO: Segnalazione Pro-Tutela del Patrimonio Artistico-Culturale della Città.

Ill.mo Sig. Sindaco,
come associazione socio-culturale operante in questa Città, riteniamo doveroso segnalarLe lo stato di incuria e di estremo degrado in cui versano alcuni dei monumenti più significativi per la nostra storia locale.
La presente non ha tuttavia lo scopo di polemizzare, bensì, se mai ce ne fosse il bisogno, di sensibilizzarne una maggiore attenzione.
La preghiamo pertanto di accogliere le presenti segnalazioni come un gesto di viva partecipazione ad una realtà che, oggi più che mai, ci pone di fronte ad una serie di emergenze sulle quali occorre intervenire al più presto.
· Chiesa Immacolata Concezione: chiusa dal ’90, pare stia per giungere l’ennesimo finanziamento dell’opera di restauro, annunciato per dicembre c. a. Ci auguriamo stavolta di vedere realmente avviati tali lavori, anche se, ci restituiranno un tempio ormai privo dei suoi preziosi arredi sacri.
Ma di questo se ne occuperanno Soprintendenza ai BB. AA. CC. e Curia di Caltagirone.
Nel 2000 tale chiesa ha subito, tra l’altro, il furto del prezioso Tabernacolo ligneo dell’altare maggiore, pregevole opera di manifattura settecentesca.
A riguardo Le chiediamo, pur se la vicenda si è verificata prima della Sua amministrazione:
Si è provveduto alla costituzione in Parte Civile dell’Amministrazione, nei confronti delle competenti autorità investigative, al fine di sollecitarne in qualche modo le ricerche e rivendicarne l’appartenenza?
· Basilichetta paleocristiana San Giovanni: per la sua rarità è certamente uno dei monumenti più importanti che la Città vanti. Recentemente è stato deturpato con iscrizioni effettuate con vernice sprai. Quali sono i progetti propositivi mirati alla salvaguardia ed alla valorizzazione di tale sito?
· Comprensorio rupestre di contrade Coste ed Eremo di Santa Febronia: Siamo a conoscenza di primi interventi di restauro effettuati all’interno dell’Eremo.
Ci chiediamo:
Perché non creare un Parco Archeologico, oltretutto poco esoso per il Comune, visto che quasi
tutti i terreni su cui ricade l’area ad interesse archeologico sono demaniali?
La Soprintendenza si dice ben disponibile alla sua realizzazione, chiede solo di avere una fattiva
collaborazione da parte del Comune.
· Chiesa Madonna di Belverde: versa da anni in totale stato di abbandono.
Attualmente viene utilizzata come spazio affissioni.
Ha anch’essa una sua dignità artistica ed un valore storico, è dotata di un affresco absidale ed un grazioso pavimento in ceramica ancora ben conservati. E’ una delle tappe durante le visite di istruzione da parte delle scolaresche.
Questo monumento, nonostante la formazione di comitati cittadini che si sono in varie occasioni
proposti di effettuarne il restauro a loro carico, rischia di essere venduto e abbattuto.
La Curia di Caltagirone ne ha sollecitato la chiusura con una adeguata porta, nonché l’innalzamento di un muro nello spazio adiacente al fine di garantire l’incolumità delle persone. Ma a tutt’oggi nulla è stato fatto. La preghiamo di intervenire a difesa di questo monumento, affinché non venga cancellato un altro tassello della nostra storia.
· Reperti archeologici, cimeli d’arte sacra, argenti… I tesori di Palagonia sono custoditi altrove:
Quando la creazione del Museo Civico? Palagonia è rimasto il solo centro del calatino ad esserne
privo.
Chiudiamo qui la presente rassegna sui beni monumentali, certi che da sola essa non costituisce una soluzione ai problemi sopra elencati, ma accompagnandola con la nostra piena disponibilità a collaborare fattivamente su un piano di sinergia e di dialogo istituzionale.
Cordiali saluti.

Palagonia,lì 25/11/2003

Il Presidente AMEDIT
Giuseppe Maggiore

Michele Megna e la rivoluzione culturale

di Cesare Piccitto

Tratteggiare una personalità come quella di Megna non è cosa facile, a causa delle tante e distinte cose che ha fatto nel corso della sua vita. Il novantenne, autodidatta divenuto scrittore, ha tentato in ogni modo possibile di cercare, far conoscere e divulgare le radici del proprio paese d’origine. Nella sua ricerca storico culturale, ha elevato i pregi e provato con la “pratica sociale” a cambiare i difetti e le storture di tutta la comunità di Palagonia. «La rivoluzione qui, e ora!», celebre frase del giornalista Mauro Ristagno, individua l’animosità che Megna ha trasfuso in ogni sua azione, dalla stesura e pubblicazione di un libro fino alla più quotidiana cura di un’aiuola.
Con la tenacia e l’esempio di azioni sempre non violente ma costruttive, non è stato inerme a lamentarsi ma si è sbracciato, per cambiare le cose cominciando subito e ovunque si trovasse. Come Danilo Dolce, Megna ha combattuto il degrado semplicemente trasformandolo. Il verde pubblico che esiste a Palagonia, ad esempio, nasce dal suo impegno individuale; alle eventuali azioni vandaliche che cercavano di osteggiarlo, non ha mai risposto male o lamentatosi, ma ricostruendo ciò che era stato distrutto 1, 10, 100 volte. È uno degli ultimi scrittori a coniugare impegno culturale e senso civico. Non si preoccupa delle critiche di chi lo leggerà, non si preoccupa di “cosa si può dire” o “cosa non si può dire”; è un fustigatore dei potenti, sempre dalla parte dei più deboli. La presentazione di Vito Tartaro alla sua ultima pubblicazione, “Promemoria per un paese invecchiato”, riesce sicuramente a dare il senso della sua opera e a far conoscere Michele. Tartaro: «Michele non va guardato da uno o più lati, altrimenti non lo si può capire. Perché egli non è una “cosa” (anarchico e basta, onesto e basta) ma tante cose e, se non tutte, quasi tutte le cose: è tutte le partes e nel contempo super partes…»
Ha sempre regalato i libri che pubblicava o leggeva a chiunque, ha sempre detto la sua opinione, tramite manifesti murali per quanto riguarda la realtà locale, tramite lettere per ciò che concerneva situazioni nazionali. Non si è mai posto il problema dell’interlocutore: tra gli altri ha scritto al papa e al presidente della repubblica, talvolta ricevendo anche risposta.
Tra le sue ultime attività la cura del verde del paese e dei cittadini più bisognosi; senza mai chiedere niente a nessuno né volendo ringraziamenti o riconoscimenti vari. Sempre grazie al suo impegno, Palagonia può vantare una fondazione culturale dal nome “Accademia dei Palici”.
Questa oltre a raccogliere la più antica storia della comunità, organizza e promuove eventi culturali.
Qualche tempo fa, andandolo a trovare in una casa di riposo a Palagonia, pensavo di trovarlo rassegnato e invece mi sbagliavo. Gli acciacchi dell’età sono evidenti e gli segnano la pelle, ma la mente e il cuore sono quelli di un giovane idealista che non smette di avere fiducia in tutti gli uomini. Lui è lì che continua a discutere, scrivere, confrontarsi con chiunque vada a trovarlo, anche se né le istituzioni né la sua gente sembra ricordarsene; o forse crede che sia già passato a miglior vita.

la Cultura come Missione...nella prospettiva del Bello e Possibile

Nei suoi sei anni di attività, l'associazione AMEDIT ha rappresentato per la città di Palagonia, un vero e proprio biglietto da visita, per tutte quelle peculiarità storico-artistiche e monumentali; per le tradizioni e, non ultimo, per i talenti che questa città esprime. E' stata, se vogliamo, una voce fuori dal coro…da quel coro che ne decanta esclusivamente aspetti negativi, che, seppur ci sono, non costituiscono certo l'essenza prima e ultima di questa comunità. Sono state centinaia le iniziative rivolte alla cittadinanza, tra mostre, convegni, concerti… che se da una parte hanno mostrato quanta materia culturale vi fosse da trattare, dall'altra hanno fatto emergere, grazie all'ottima risposta di pubblico, quanto fosse rilevante e diffusa la domanda di un simile "prodotto culturale", un prodotto non elitario, come qualcuno sosterrebbe, ma soprattutto un prodotto che è l'esatto frutto di tutto quel vasto, variegato e sommerso mondo di una Palagonia inesplorata, spesso ignorata dai media e dai suoi stessi abitanti. Iniziative che sembravano improponibili in un contesto che si vorrebbe a torto, alienato alla cultura, in tutte le sue implicazioni artistiche, hanno invece preso corpo, coniugando ogni evento artistico a luoghi, monumenti, eventi e momenti rappresentativi della città: non solo quindi limitandosi ad incrementare il programma di ricorrenze quali il Natale, la Settimana Santa, la Sagra dell'Arancia, l'Estate Palagonese o la Festa Patronale; ma dando il giusto risalto a veri e propri eventi quali il 3° Centenario della Ricostruzione della Chiesa Madre, con la donazione del pregevole libro del '700 di un illustre figlio di Palagonia, Don Arcangelo Blandini; il 17° Centenario del Martirio di S. Febronia, con mostre, convegni, concerti, ecc.; la riapertura della Chiesa San Nicola, con l'allestimento di mostre e presepi artistici; il recupero della Basilichetta San Giovanni, con una fedele riproduzione del monumento, ahimè andata distrutta per mancanza di un luogo che la potesse ospitare… Di tutto questo i palagonesi sono stati, loro malgrado, veri e propri protagonisti, poiché a parlare era la loro storia, ad esibirsi o mettersi in mostra i loro figli… E naturalmente si è badato bene di mettere fianco al fianco i "geni" che questa città possiede con quelli di altri luoghi, al fine di favorire una trasmissione di talenti ed espressioni, un costruttivo interscambio sul piano artistico-culturale, che non riducesse l'evento alla circoscritta dimensione cittadina. Pittori, scrittori, musicisti, corpi bandistici, gruppi musicali…tutti hanno trovato il loro spazio all'interno delle nostre attività; tutti sono stati almeno una volta contattati, invitati ad essere protagonisti di un evento attraverso quanto avevano da esprimere. Almeno una volta, già…talvolta soltanto una! Poiché sarebbe stato auspicabile che almeno una delle tanti parti chiamate in causa, e tra queste anche le associazioni, avesse colto tale invito, non come un singolo avvenimento che per quanto bello lascia il tempo che trova, ma come l'opportunità di dare l'avvio ad un rapporto di collaborazione continuativo, costante, munito di quella perseveranza che tanto occorre in simili contesti distratti e centrifughi. Si ricordi a tal proposito quell'invito a "La Cultura del Dialogo per Crescere", rivolto alla cittadinanza nel suo complesso, che prendeva le mosse da un già consolidato dialogo istituzionale che fin da principio questa associazione ha perseguito, e messo in atto concretamente, ben lungi da schieramenti o assoggettamenti all'una o all'altra corrente di passaggio.
Si sarebbe potuto sfruttare diversamente la notevole eco raggiunta; si sarebbe potuto chiedere di più a chi di competenza; Avremmo forse potuto richiedere, più che un contributo all'iniziativa in programma, un sostegno economico all'associazione in quanto tale, chiedere ed ottenere una sede, dei locali dove poter svolgere attività continuative e offrirsi da punto di riferimento stabile per la città; avremmo potuto giocare sui numeri, o ricercare i facili consensi. Abbiamo invece agito con estrema discrezione, quasi in punta di piedi, cercando di ottenere il massimo risultato col poco che ci veniva dato, o chiedendo di proposito il minimo indispensabile, proprio per sottolineare che la volontà può tutto al di là dei mezzi di cui si dispone. Il tempo soltanto darà forse ragione degli sforzi e delle scelte compiute. E forse un domani si ascriverà il periodo AMEDIT come uno dei più fiorenti e colmi di buone speranze che questa città abbia vissuto. Lo dico molto utopisticamente, pensando a quante altre occasioni di riscatto le siano state offerte, grazie all'opera meritevole di uomini animati da buoni propositi…tutte obliate, tutte cancellate, come la memoria dei suoi promotori stessi: si deve ogni volta distruggere per ricostruire d'accapo; iniziare un nuovo progetto senza tener conto di quelli che l'hanno preceduto; proporsi arrogantemente e individualisticamente di riuscir a fare di meglio "togliti tu che mi ci metto io"… e la storia continua: altri inizi, altri insuccessi…dietro lo sguardo compiaciuto di chi se ne sta semplicemente ad osservare, inerte e criticone.
Possiamo tutti far qualcosa di grande, ma se quel qualcosa non è animato da una solida passione, da un sincero sentimento d'affetto per quel che si fa e per i suoi destinatari, ogni nostra impresa è destinata a fallire o ad occupare un piccolo lasso di tempo. E non possiamo certo pretendere che il tempo premi una nostra tensione meramente individualistica ed egoistica. Vi è poi l'ostilità irreparabile di certi ambienti così usi allo scetticismo, al pessimismo cronico, al sospetto, alla diffidenza, o ad un deliberato senso di nausea verso tutto ciò che rappresenti il bello, tale da non dar scampo; che riesce a vanificare ogni sforzo tendente a dimostrare che una visione o modalità di vivere un determinato ambiente in un'ottica positiva e creatrice sia possibile. Perciò dico che questa città di nome Palagonia non potrà mai cambiare o attuare un vero processo evolutivo, fin quando non imparerà ad amarsi; fin quando la famiglie che semplicemente vi alloggiano per motivi di lavoro o di vincoli irrecidibili, non imparino a sentir propri questi luoghi, questa storia, educando all'amore e al rispetto di essi i loro figli. Per questo dico anche che nessuna iniziativa – sia essa di tipo politico, culturale, sociale, umanitaria - che non venisse svolta con leale spirito di servizio reso alla comunità, ben lungi da meri fini personali, possa sperare di conseguire risultati davvero meritevoli. Ed allora ecco che la presente occasione, mi si offre per formulare l'ennesimo augurio alla città di Palagonia a credere in essa, nelle sue tante potenzialità, nei suoi figli, nei suoi talenti…trasfigurati in un'ottica positiva, in una cultura di vita e non più di morte.
AUGURI PALAGONIA!
"UTOPIA NON E' CIO' CHE E' IMPOSSIBILE MA CIO' CHE UN SISTEMA NON VUOLE SI REALIZZI"